lunedì 11 maggio 2015

Concetto mente-corpo

Gli antichi filosofi, saggi e maestri orientali avevano già compreso in parte il mistero riguardante l’influenza reciproca di mente e corpo nelle arti marziali, rapportandolo ai nostri modi di pensare.
E’ bene conoscere, in linee generali, i fondamenti della fisiologia cinese, ed in particolare i concetti di Ch’i (Ki), energia interiore, e quelli di meridiani, ovvero i canali dove scorre questa energia.

Lo stato della mente.


Le parole cinesi Hsin e I sono spesso tradotte con il termine “mente”. Hsin può voler dire cuore oppure mente, in quanto anticamente pensavano che il centro intellettivo fosse nel cuore. Con il termine I si indica invece il pensiero, l’intenzione, il pensiero intenzionale.
Un’altra parola cinese molto interessante è il termine Hsu che può indicare sia modesto sia vuoto. Entrambi questi significati sono importanti nelle arti marziali tradizionali; in esse la modestia è una virtù di fondamentale importanza senza la quale non è possibile un reale progresso.

Il maestro Li I Yu nel suo scritto Cinque parole segrete ci spiega perché la mente (Hsin) deve essere calma, e precisamente ce lo espone con queste parole:
“Se la mente non è calma non è possibile concentrarsi. Allora, sia che alziamo le mani, sia che ci muoviamo avanti e indietro, a sinistra o a destra, agiremo confusamente. È essenziale dunque avere la mente tranquilla”.

La mente deve essere vuota (Hsu) cioè priva di pensieri estranei, concentrata ed agile, ossia acuta, adattabile, pronta; la mente tramite il pensiero intenzionale (I), deve guidare il flusso del Ch’i.

Quando avremo svuotato la mente, tutto ciò che prima era dentro di essa si troverà nel nostro corpo. Il pensiero non avrà allora più bisogno di riflettere né alle forme né ai principi, mentre il corpo agirà in maniera inconscia senza violare né la forma né alcun principio, e, il Ch’i, andrà da solo nella direzione giusta senza l’intervento del pensiero intenzionale.
Nella strategia del Tai Chi Chuan, il principio fondamentale è racchiuso nella citazione:





“Dimenticare se stessi e seguire l’avversario”

Stando a significare di non imporre la nostra azione all’avversario, ma è preferibile adattarsi a quella dell’avversario.
Per sentirsi veramente liberi bisogna liberarsi dal provare attaccamento. Questo ci porta al concetto di assenza di pensiero, cioè la mente diviene libera dalle influenze del mondo esterno per poter prendere la sua via senza ostacoli e l'unico modo per portarla a questo è la sua liberazione dalle vecchie abitudini, pregiudizi e processi di pensiero limitanti.
  

Unità di corpo e mente



La caratteristica del corpo, degli arti e del bacino è quella di agire unitariamente. La mente è mantenuta in uno stato di allerta e di adesione alle cose, preparata in ogni momento a rilasciare energia. L’azione deve scaturire rapida come un improvviso colpo di fulmine. Ci si deve muovere con l’intenzione diretta come se nessuno potesse intervenire.

Corpo e mente, almeno per un attimo, sono tutt’uno. Un corpo agile e sciolto si accompagna ad una maggiore elasticità mentale e elasticità emotiva.
Comprendere con la mente vuol dire rendersi conto del significato di ogni tecnica e di ogni principio, significa anche utilizzare il pensiero durante la pratica e raggiungere l’unificazione fra mente e tecnica. Comprendere con il corpo significa allenarsi con assiduità sino a che il corpo abbia perfettamente assimilato tutte le tecniche, significa pure servirsi dei sensi e delle sensazioni fisiche durante la pratica.
Una mente consapevole dell’esecuzione di ogni tecnica, è il principio dell’armonia della mente con la tecnica, ovvero interno ed esterno.
La mente deve essere perfettamente sveglia, concentrata e ben conscia di ogni tecnica, di ogni movimento e del continuo alternarsi di Yin e Yang, di vuoto e pieno, di chiusura e apertura.

“Per unificare corpo e mente è necessario imparare a pensare al movimento e a muovere il pensiero”.

KI

“Attraverso la respirazione il KI si accumula e riempie tutte le parti del corpo. Ma viene emanata come l'acqua che scaturisce inarrestabile solo quando corpo e mente sono sereni e distesi”. 
Il concetto orientale di KI è molto difficile da definire. In Giappone, la parola è divenuta d'uso quotidiano attraverso i secoli, da quando cominciò l'infiltrazione della cultura cinese.
Il KI esprime il concetto delle energie fondamentali dell'universo, di cui fanno parte la natura e le funzioni della mente umana. Nella Cina antica il concetto di KI guadagnò spazio nella medicina, nelle Arti Marziali ed in molti aspetti della vita. Inizialmente utilizzata con propositi militari, si dice che la profezia del KI fu utilizzata per determinare quando la forza del soldato fosse al suo livello massimo, per scegliere secondo essa il movimento militare appropriato. Poi, lo studio dei KI, si sviluppò fino ad arrivare ad essere una forma di pratica di predizione del destino.
In Oriente il corpo e la mente non esistono come entità separate. Perciò tutti gli aspetti della cultura orientale (la Filosofia, l'Arte, le Arti Marziali, la Medicina, ecc.) si sforzano di raggiungere la vita attraverso una comprensione dell'unione fondamentale della mente e del corpo.
Il KI unifica la stessa base della mente e del corpo e, allo stesso tempo, instaura una relazione reciproca con tutte le cose nella fonte della creazione; tutte le cose vive derivano dal KI. Il KI individuale ed il KI della natura sono uniti e s'influenzano reciprocamente. Per esempio, quando diciamo che un giorno soleggiato rallegra il cuore, lo diciamo perché il nostro KI funziona in empatia con il KI della natura, che, a sua volta, è in empatia con tutte le persone dei mondo.
Attraverso le discipline orientali l'occhio della mente può aprirsi ad esso e può avvertire chiaramente la sua presenza. Ce lo descrive ancora una volta in modo perfetto il Maestro Shingeru Egami in questo passaggio. "Nella pratica, quando il tuo avversario sferra un colpo, devi già essere in movimento. Dopo che l'hai visto muoversi, è già troppo tardi ed un falso movimento da parte tua è fuori luogo, perché il colpo del tuo avversario è quasi mortale. Muoversi simultaneamente con il colpo; si deve sentire l'intenzione dell'avversario. Ma, in realtà, non è questione di usare la mente, ci si deve muovere naturalmente, senza pensarci. Quando raggiungerai questo stato, riuscirai a muoverti simultaneamente con l'ordine".
Solo quando la tua mente è tranquilla e sei fisicamente all'erta, potrai renderti conto dei movimenti dell’avversario e della sua respirazione naturale. In questo stato sentirai i cambiamenti di sentimento del tuo avversario. Molte culture orientali si fondano su questo concetto. Tuttavia, per gli occidentali il KI è un concetto relativamente nuovo e, poiché esiste una forte tendenza ad intellettualizzare tutto in termini di analisi scientifica e culturale, il concetto del KI non è facilmente compreso.
Esiste un KI ereditario che è presente nel principio della vita, nel feto, mentre il KI acquisito si dice che si accumuli esternamente dopo la nascita.
Quest'ultimo si materializza in tre classi:
  •             TEM NO KI: Ki della respirazione ed esiste come aria.
  •            CHI KI: Ki della terra ed esiste come acqua ed alimenti.
  •            IKI DEI MERIDIANI: base di tutta l'attività vitale.

Si crede che il KI fluisca prima attraverso il meridiano del rene e questa è la ragione per cui nelle Arti Marziali orientali il punto di energia più importante del corpo è quello che si trova sotto l'ombelico e corrisponde al meridiano menzionato; si crede che sia il centro del KI.
Il KI utilizza la mente ed il corpo, integrando il cosciente e l'incosciente. La sua influenza nelle funzioni della mente e del corpo dipende dall'immagine del mondo esteriore che ha ogni persona.





Nessun commento:

Posta un commento