Gli antichi filosofi, saggi e maestri orientali
avevano già compreso in parte il mistero riguardante l’influenza reciproca di
mente e corpo nelle arti marziali, rapportandolo ai nostri modi di pensare.
E’ bene conoscere, in linee generali, i fondamenti
della fisiologia cinese, ed in particolare i concetti di Ch’i (Ki), energia
interiore, e quelli di meridiani, ovvero i canali dove scorre questa energia.
Lo stato della mente.

Un’altra
parola cinese molto interessante è il termine Hsu che può indicare sia modesto
sia vuoto. Entrambi questi significati sono importanti nelle arti marziali
tradizionali; in esse la modestia è una virtù di fondamentale importanza senza
la quale non è possibile un reale progresso.
Il maestro Li I Yu nel suo scritto Cinque parole segrete ci spiega perché
la mente (Hsin) deve essere calma, e precisamente ce lo espone con queste
parole:
“Se la
mente non è calma non è possibile concentrarsi. Allora, sia che alziamo le
mani, sia che ci muoviamo avanti e indietro, a sinistra o a destra, agiremo
confusamente. È essenziale dunque avere la mente tranquilla”.
La mente deve essere vuota (Hsu) cioè priva di
pensieri estranei, concentrata ed agile, ossia acuta, adattabile, pronta; la
mente tramite il pensiero intenzionale (I), deve guidare il flusso del Ch’i.
Quando avremo svuotato la mente, tutto ciò che prima
era dentro di essa si troverà nel nostro corpo. Il pensiero non avrà allora più
bisogno di riflettere né alle forme né ai principi, mentre il corpo agirà in
maniera inconscia senza violare né la forma né alcun principio, e, il Ch’i, andrà
da solo nella direzione giusta senza l’intervento del pensiero intenzionale.
Nella strategia del Tai Chi Chuan, il principio
fondamentale è racchiuso nella citazione:
“Dimenticare
se stessi e seguire l’avversario”
Stando a significare di non imporre la nostra azione
all’avversario, ma è preferibile adattarsi a quella dell’avversario.
Per sentirsi veramente liberi bisogna liberarsi dal
provare attaccamento. Questo ci porta al concetto di assenza di pensiero, cioè
la mente diviene libera dalle influenze del mondo esterno per poter prendere la
sua via senza ostacoli e l'unico modo per portarla a questo è la sua
liberazione dalle vecchie abitudini, pregiudizi e processi di pensiero
limitanti.
Unità di corpo e mente
La caratteristica del corpo, degli arti e del bacino è quella di agire unitariamente. La mente è mantenuta in uno stato di allerta e di adesione alle cose, preparata in ogni momento a rilasciare energia. L’azione deve scaturire rapida come un improvviso colpo di fulmine. Ci si deve muovere con l’intenzione diretta come se nessuno potesse intervenire.
Corpo e mente, almeno per un attimo, sono tutt’uno. Un
corpo agile e sciolto si accompagna ad una maggiore elasticità mentale e elasticità
emotiva.
Comprendere con la mente vuol dire rendersi conto del
significato di ogni tecnica e di ogni principio, significa anche utilizzare il
pensiero durante la pratica e raggiungere l’unificazione fra mente e tecnica.
Comprendere con il corpo significa allenarsi con assiduità sino a che il corpo
abbia perfettamente assimilato tutte le tecniche, significa pure servirsi dei
sensi e delle sensazioni fisiche durante la pratica.
Una mente consapevole dell’esecuzione di ogni tecnica,
è il principio dell’armonia della mente con la tecnica, ovvero interno ed
esterno.
La mente deve essere perfettamente sveglia,
concentrata e ben conscia di ogni tecnica, di ogni movimento e del continuo
alternarsi di Yin e Yang, di vuoto e pieno, di chiusura e apertura.
“Per
unificare corpo e mente è necessario imparare a pensare al movimento e a
muovere il pensiero”.
KI
“Attraverso la respirazione il KI si accumula e riempie tutte le parti
del corpo. Ma viene emanata come l'acqua che scaturisce inarrestabile solo
quando corpo e mente sono sereni e distesi”.
Il concetto orientale di KI è molto
difficile da definire. In Giappone, la parola è divenuta d'uso quotidiano
attraverso i secoli, da quando cominciò l'infiltrazione della cultura cinese.
Il KI esprime il concetto delle
energie fondamentali dell'universo, di cui fanno parte la natura e le funzioni
della mente umana. Nella Cina antica il concetto di KI guadagnò spazio nella
medicina, nelle Arti Marziali ed in molti aspetti della vita. Inizialmente
utilizzata con propositi militari, si dice che la profezia del KI fu utilizzata
per determinare quando la forza del soldato fosse al suo livello massimo, per
scegliere secondo essa il movimento militare appropriato. Poi, lo studio dei KI,
si sviluppò fino ad arrivare ad essere una forma di pratica di predizione del destino.
In Oriente il corpo e la mente non
esistono come entità separate. Perciò tutti gli aspetti della cultura orientale
(la Filosofia, l'Arte, le Arti Marziali, la Medicina, ecc.) si sforzano di
raggiungere la vita attraverso una comprensione dell'unione fondamentale della
mente e del corpo.
Il KI unifica la stessa base della
mente e del corpo e, allo stesso tempo, instaura una relazione reciproca con
tutte le cose nella fonte della creazione; tutte le cose vive derivano dal KI. Il
KI individuale ed il KI della natura sono uniti e s'influenzano reciprocamente.
Per esempio, quando diciamo che un giorno soleggiato rallegra il cuore, lo diciamo
perché il nostro KI funziona in empatia con il KI della natura, che, a sua
volta, è in empatia con tutte le persone dei mondo.
Attraverso le discipline orientali
l'occhio della mente può aprirsi ad esso e può avvertire chiaramente la sua
presenza. Ce lo descrive ancora una volta in modo perfetto il Maestro Shingeru
Egami in questo passaggio. "Nella
pratica, quando il tuo avversario sferra un colpo, devi già essere in
movimento. Dopo che l'hai visto muoversi, è già troppo tardi ed un falso
movimento da parte tua è fuori luogo, perché il colpo del tuo avversario è
quasi mortale. Muoversi simultaneamente con il colpo; si deve sentire
l'intenzione dell'avversario. Ma, in realtà, non è questione di usare la mente,
ci si deve muovere naturalmente, senza pensarci. Quando raggiungerai questo
stato, riuscirai a muoverti simultaneamente con l'ordine".
Solo quando la tua mente è
tranquilla e sei fisicamente all'erta, potrai renderti conto dei movimenti
dell’avversario e della sua respirazione naturale. In questo stato sentirai i
cambiamenti di sentimento del tuo avversario. Molte culture orientali si
fondano su questo concetto. Tuttavia, per gli occidentali il KI è un concetto
relativamente nuovo e, poiché esiste una forte tendenza ad intellettualizzare
tutto in termini di analisi scientifica e culturale, il concetto del KI non è
facilmente compreso.
Esiste un KI ereditario che è
presente nel principio della vita, nel feto, mentre il KI acquisito si dice che
si accumuli esternamente dopo la nascita.
Quest'ultimo si materializza in tre
classi:
- TEM NO KI: Ki della respirazione ed esiste come aria.
- CHI KI: Ki della terra ed esiste come acqua ed alimenti.
- IKI DEI MERIDIANI: base di tutta l'attività vitale.
Si crede che il KI fluisca prima
attraverso il meridiano del rene e questa è la ragione per cui nelle Arti
Marziali orientali il punto di energia più importante del corpo è quello che si
trova sotto l'ombelico e corrisponde al meridiano menzionato; si crede che sia
il centro del KI.
Il KI
utilizza la mente ed il corpo, integrando il cosciente e l'incosciente. La sua
influenza nelle funzioni della mente e del corpo dipende dall'immagine del mondo
esteriore che ha ogni persona.
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